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Impatto degli Ungulati sulla biodiversità dei parchi italiani

Parchi aderenti

  • Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, Val d’Agri Lagonegrese (Capofila)
  • Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni
  • Parco Nazionale dell'Arcipelago della Maddalena
  • Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano
  • Parco Nazionale dell'Asinara
  • Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi
  • Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
  • Parco Nazionale del Pollino

 

Scheda del progetto

Il cinghiale (Sus scrofa) è oggi l'ungulato più diffuso in Italia, e rappresenta un'impotatante risorsa trofica per una specie di elevato interese conservazionistico qual'è il lupo appenninico.

L’evoluzione recente della distribuzione geografica del cinghiale, sorprendente sia per l’ampiezza dei territori conquistati sia per la rapidità con la quale si è verificata, è stata in buona parte determinata dal crescente interesse venatorio per questa specie e dalla conseguente necessità di aree di caccia sempre più ampie. Una spinta in tal senso ha portato al diffondersi della pratica delle immissioni (abusive e non), effettuate senza basi scientifiche dapprima con esemplari provenienti dall'estero e poi con soggetti prodotti in cattività in allevamenti italiani, spesso incrociati col maiale domestico. Ciò ha comportato un forte inquinamento genetico delle popolazioni autoctone italiane.

La comparsa del cinghiale in zone sfruttate dal punto di vista agricolo e produttivo ha comportato un notevole incremento dei danni alle colture, innescando una conflittualità spesso esasperata tra mondo agricolo, venatorio e istituzioni preposte alla gestione del cinghiale. Generalmente l’attenzione all’interno dei Parchi Nazionali è focalizzata sul problema dei danni causati dal cinghiale alle attività agricole, a causa delle implicazioni socio-economiche del fenomeno, e poco o nulla viene affrontato riguardo al problema dei danni causati alla biodiversità dal proliferare delle popolazioni del suide. Del resto il cinghiale è inserito nell’elenco redatto dall’IUCN (International Union for the Conservation of Nature) fra le 100 specie animali e vegetali più invasive al mondo (Lowe S., Browne M., Boudjelas S., De Poorter M. (2004) 100 of the World's Worst Invasive Alien species).

Il presente progetto si prefigge come scopo principale la messa a punto un protocollo standard di monitoraggio degli impatti del cinghiale e di alcune altre specie di ungulati selvatici sugli habitat ed ecosistemi dei Parchi Nazionali Italiani interessati dal fenomeno dell’esplosione demografica di ungulati, attraverso la predisposizione di uno schema tipo di monitoraggio delle specie target (endemismi animali e vegetali o specie rare e localizzate presenti in più Parchi Nazionali) proponendo al contempo possibili soluzioni o specifiche attività di prevenzione del danno agli ecosistemi. In questo modo tutti i Parchi coinvolti nel progetto potranno misurare con gli stessi strumenti l’entità degli impatti o della perdita di biodiversità, adottando criteri comuni di mitigazione o prevenzione del fenomeno.

Questo progetto potrebbe rappresentare così una sorta di laboratorio o start up per affrontare in maniera sistemica, problemi comuni e complessi che interessano la totalità delle aree protette nazionali.