Progetto AMPHI_CILENTO

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PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA

MISSIONE 4 – Istruzione e Ricerca

COMPONENTE 2 – Dalla ricerca all’impresa

LINEA DI INVESTIMENTO 1.4 – Potenziamento strutture di ricerca e creazione di “campioni nazionali di R&S” su alcune key enabling technologies

PROGETTO: NATIONAL BIODIVERSITY FUTURE CENTER (NBFC)

BANDO A CASCATA DEL NBFC: Bando pubblico per la selezione di proposte progettuali, finalizzate al monitoraggio, preservazione, valorizzazione e ripristino della biodiversità in aree protette, da finanziare nell’ambito del programma di ricerca del centro Nazionale della Biodiversità “National Biodiversity Future Center (NBFC)”, a valere sulle risorse del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR) Missione 4, “Istruzione e Ricerca” – Componente 2, “dalla Ricerca all’Impresa” – Linea di investimento 1.4, “Potenziamento strutture di ricerca e creazione di “campioni nazionali di R&S” su alcune key enabling technologies”, finanziato dall’unione europea – NEXTGENERATIONEU” progetto [NBFC]”

TITOLO PROGETTO FINANZIATO

Implementazione di modelli predittivi per l’adattamento degli anfibi ai cambiamenti climatici nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo Di Diano e Alburni  

Codice NBFC_S8P1_0027 CUP E76C24000000006.

ACRONIMO

AMPHI_CILENTO

FINANZIAMENTO

Il progetto ha un costo totale di € 80.000,00, di cui:

  • € 60.000,00 finanziati tramite il bando a cascata del National Biodiversity Future Center
  • € 20.000,00 come cofinanziamento dell’Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni

DURATA

Aprile 2024 – Ottobre 2025

FINALITA’ DEL PROGETTO

Nel contesto della crisi globale della biodiversità, le zone umide e gli anfibi sono rispettivamente gli ambienti e la classe di vertebrati più drasticamente esposti al declino.

A livello globale, le zone umide hanno infatti subito significative alterazioni e degradazioni, registrando un declino di circa il 64% nell’ultimo secolo. Le zone umide e il loro biota (l’insieme di tutti gli organismi viventi di un determinato ambiente) stanno diminuendo costantemente a causa di una combinazione di fattori come il cambiamento dell’uso del suolo, l’inquinamento e la salinizzazione dell’acqua dolce, nonché le frequenti siccità causate dai cambiamenti climatici.

I processi negativi che agiscono sugli habitat acquatici possono essere esemplificati dalle zone umide mediterranee: I piccoli habitat acquatici nella regione mediterranea stanno infatti affrontando un continuo declino a causa delle attività antropiche e si prevede che i cambiamenti climatici aggraveranno ulteriormente questa situazione.

Rana italica

Gli anfibi, con oltre il 40% delle specie a rischio di estinzione, sono il taxon di vertebrati più esposti a rischio di estinzione a livello globale e dipendono per la maggior parte dagli habitat acquatici per il loro ciclo vitale bifasico. La perdita, l’alterazione e la frammentazione dei loro habitat sono gravi minacce e potenziali fattori di declino delle popolazioni e di estinzione delle specie. le popolazioni di anfibi che dipendono da piccole zone umide naturali tendono a diventare sempre più isolate. Questa frammentazione e eterogeneità dell’idoneità ambientale, a scala paesaggistica, ha conseguenze drammatiche. Inoltre, la degradazione del paesaggio riduce il flusso genico tra le popolazioni o influenza il comportamento di dispersione, con conseguenze dirette sulla loro sopravvivenza.

Nella scienza della conservazione, l’uso di habitat artificiali può contrastare efficacemente una vasta gamma di minacce e alterazioni ambientali causate dalla pressione antropogenica. Queste strutture artificiali sono concepite grazie ad una conoscenza approfondita delle esigenze ecologiche delle specie target e di solito affrontano problemi ecologici specifici utilizzando soluzioni ingegneristiche ad hoc. Nella conservazione degli anfibi, la creazione di siti artificiali d’acqua, in grado di imitare corpi d’acqua naturali, come gli stagni, può attenuare la perdita e la frammentazione degli habitat di riproduzione in paesaggi modificati dall’uomo, apportando un concreto risultato per la conservazione.

Salamandrina terdigitata

Tuttavia, anche strutture idriche artificiali non create esplicitamente per scopi di conservazione possono sostenere popolazioni di anfibi e favorire la connettività ecologica su scala paesaggistica. Nella regione mediterranea, sono presenti una serie di categorie di siti aquatici artificiali non concepiti per gestire e conservare la biodiversità, ma per soddisfare le esigenze umane, in quanto originariamente destinati a immagazzinare e fornire l’acqua per l’irrigazione o l’approvvigionamento di bestiame. Gli anfibi non hanno pregiudizi e si riproducono con successo anche in questi habitat artificiali. Fontanili, abbeveratoi, peschiere, pozzi ed altri ambienti acquatici artificiali legati alle attività agricole e di pastorizia tradizionali sono molto presenti nel territorio del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, anche se in molti casi abbandonati o mal gestiti, per cui non più idonei alla presenza degli anfibi.

Nel progetto si è utilizzato il termine siti aquatici artificiali (AWS – Artificial Water Sites) per intendere i corpi idrici artificiali che non imitano le caratteristiche strutturali dei siti acquatici naturali (NWS – Natural Water Sites).

Nonostante gli AWS siano ormai considerati utili a livello locale per il mantenimento delle comunità degli anfibi, specialmente nelle aree mediterranee secche, la loro effettiva importanza a livello di paesaggio non è stata ancora valutata. I AWS sono anche considerati come validi strumenti per programmi di conservazione, finalizzati a mitigare l’alterazione degli habitat naturali e aumentare la disponibilità di siti di riproduzione.

Il progetto si propone di valutare l’importanza dei siti acquatici artificiali (AWS) nella conservazione degli anfibi nella regione mediterranea, concentrandosi sulla connettività ecologica tra i NWS e gli AWS. Inoltre, mira a comprende se gli AWS svolgono un ruolo “tampone” sugli effetti dei cambiamenti climatici.

DESCRIZIONE

Il progetto si articola nei seguenti sei Work Package

WORK PACKAGE DESCRIZIONE
WP 1 – Censimento dei siti acquatici artificiali e naturali e delle specie di Anfibi in essi presenti Rilievi di campo per definire la distribuzione degli Anfibi nel Parco con particolare attenzione a distinguere la loro presenza nei siti acquatici naturali (NWS) e artificiali (AWS). Il censimento avverrà adottando metodologie standard per la ricerca delle specie. Risultati attesi: Implementazione del database esistente sulla distribuzione degli Anfibi.
WP 2 – Connettività ecologica a scala di paesaggio Costruzione di un modello di idoneità dell’habitat (anche con dati di background esterni al parco), utilizzando un approccio a livello di comunità, al fine di ottenere una misura generalizzata dell’idoneità a un alto livello tassonomico (Anfibi). Successivamente, si trasformerà il modello di idoneità dell’habitat in un layer di resistenza al movimento degli animali per la costruzione di modelli di connettività ecologica a scala di paesaggio, utilizzando modelli di electric circuit theory omni-direzionali. Dalle mappe di permeabilità del paesaggio, verranno estratti i valori di connettività ecologica per i siti acquatici analizzati con presenza di anfibi, confrontando la connettività ecologica tra AWS e NWS. Risultati attesi: realizzazione di un modello di idoneità dell’habitat e di connettività ecologica tra siti acquatici naturali e artificiali.
WP 3 – Importanza dei Siti Acquatici Artificiali (AWS) nella connettività ecologica Valutazione del ruolo degli AWS nel tamponamento degli effetti dei cambiamenti climatici sugli Anfibi, testando l’ipotesi che nei siti acquatici artificiali le specie possano sperimentare una variazione della nicchia ecologica. Risultati attesi: individuazione sul territorio del Parco di quali siti Acquatici Artificiali rappresentano nodi di maggiore importanza nel mantenimento della connettività ecologica.
WP 4 – Siti Acquatici Artificiali (AWS) e Climate Change Viene testata l’ipotesi che le popolazioni di anfibi che si riproducono negli habitat aquatici artificiali hanno l’opportunità di beneficiare di un periodo idrologico più stabile e presumibilmente di persistere in condizioni climatiche più estreme rispetto agli habitat naturali. Se verificata, gli AWS potrebbero contribuire a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici nel prossimo futuro. Risultati attesi: per ogni specie di anfibio sarà determinato se negli AWS, la sua nicchia si soprappone, è stabile, si espande, o si riduce rispetto alla presenza nei siti acquatici naturali (NWS).
WP 5 – Proiezione future in un clima che cambia Individuazione su griglia 1×1 km del livello a cui le differenti aree del territorio del Parco saranno impattate dal cambiamento climatico. Risultati attesi: Individuazione di quali siti artificiali rappresentano punti di particolare importanza per la conservazione degli anfibi, fornendo un sistema tampone in aree particolarmente esposte al cambiamento climatico. Individuazione di nuove aree, che subiranno una drastica variazione dei parametri ambientali/climatici, dove progettare la messa in opera di siti acquatici artificiali per compensare e attutire gli effetti del climate change.
WP 6 – Formazione e disseminazione dei risultati Verranno attivati 3 corsi residenziali per tecnici del Parco e di altre aree protette, per tecnici comunali ed Ente delegati (Comunità montane) con incontri frontali ed esperienze pratiche (sopralluoghi a siti artificiali). I siti acquatici artificiali per essere compatibili e utilizzabili dagli Anfibi come siti riproduttivi devono possedere alcune caratteristiche architettoniche e soprattutto evitare di averne altre. Risultati attesi: maturazione di una differente prospettiva ecologica nel personale tecnico preposto alla progettazione e sistemazione dei siti acquatici artificiali

AVANZAMENTO DELLE ATTIVITA

WORK PACKAGE STATO
WP 1 – Censimento dei siti acquatici artificiali e naturali e delle specie di Anfibi in essi presenti Concluso
WP 2 – Connettività ecologica a scala di paesaggio Concluso
WP 3 – Importanza dei Siti Acquatici Artificiali (AWS) nella connettività ecologica Concluso
WP 4 – Siti Acquatici Artificiali (AWS) e Climate Change In corso
WP 5 – Proiezione future in un clima che cambia Da avviare
WP 6 – Formazione e disseminazione dei risultati Da avviare

Link:

https://www.nbfc.it/
https://www.mur.gov.it/it/pnrr/missione-istruzione-e-ricerca

Ultimo aggiornamento

11 Luglio 2025, 12:37