Ancel e Margaret Keyssi si trasferirono nel 1944 a Pollica, nel Cilento, per approfondire i loro studi sull’alimentazione meridionale e le malattie moderne. Le ricerche condotte nel Cilento, insieme ad altre zone del Mediterraneo, hanno confermato l’importanza della Dieta Mediterranea per la salute e la longevità delle popolazioni.
Il 16 novembre 2010 a Nairobi in Kenya il Comitato Intergovernativo della Convenzione Unesco sul Patrimonio Culturale Immateriale approva l’iscrizione della Dieta Mediterranea nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale, riconoscendo con questa definizione le pratiche tradizionali, le conoscenze e le abilità che sono passate di generazione in generazione nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni e in molti paesi mediterranei, fornendo alle comunità un senso di appartenenza e di continuità.
La Dieta Mediterranea è molto più di un semplice elenco di alimenti o una tabella nutrizionale. È uno stile di vita che comprende una serie di competenze, conoscenze, rituali, simboli e tradizioni concernenti la coltivazione, la raccolta, la pesca, l’allevamento, la conservazione, la cucina e soprattutto la condivisione e il consumo di cibo.
Mangiare insieme è la base dell’identità culturale e della continuità del Cilento e di molte comunità nel bacino Mediterraneo, dove i valori dell’ospitalità, del vicinato, del dialogo interculturale e della creatività, si coniugano con il rispetto del territorio e della biodiversità. In questo senso il patrimonio culturale della dieta mediterranea svolge un ruolo vitale nei riti, nei festival, nelle celebrazioni, negli eventi culturali, riunendo persone di tutte le età e classi sociali.
Ancel e Margaret Keys con le loro ricerche epidemiologiche sulle malattie cardiovascolari avevano rivelato per la prima volta nella storia della medicina che la longevità delle popolazioni del Cilento e del resto della Campania, ma anche della Calabria, della Sardegna e delle Marche, si spiegavano con le abitudini alimentari, i costumi sociali, le produzioni locali. A loro avviso serviva però una etichetta di facile comprensione per identificare con semplicità un insieme complesso di pratiche e di tradizioni che meritavano di essere divulgate poiché potevano garantire in qualsiasi parte del mondo elevatissimi standard di salute anche ai ceti meno abbienti. Così i Keys puntarono sull’associazione della parola dieta, dal greco diaìta che significa stile di vita, con il prestigio delle antiche civiltà del Mediterraneo. E hanno fatto centro, perché oggi Dieta Mediterranea è sinonimo di buona salute e creatività gastronomica.
Nel corso degli anni la rilevanza della Dieta Mediterranea viene testimoniata anche dal sostegno che riceve non solo dall’UNESCO, ma anche dalla FAO e dall’OMS, in quanto strumento per una agricoltura sostenibile ed elemento irrinunciabile per una dieta alimentare che aiuti a prevenire le malattie cardio- cerebrovascolari.
Il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni, con la sua lunga tradizione culinaria e le sue splendide terre, è stato e continua ad essere un luogo di grande importanza per la Dieta Mediterranea e la sua diffusione in tutto il mondo. Qui, la Dieta Mediterranea è vista come uno strumento per un’agricoltura sostenibile e come elemento irrinunciabile per una dieta alimentare che aiuti a prevenire le malattie cardio-cerebrovascolari.