La Storia

Il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni nasce nel dicembre del 1991. Nel 1995 è istituito l’Ente per la sua gestione con sede a Vallo della Lucania.

L’area protetta, con un’estensione di circa centottantamila ettari, è interamente compresa nella provincia di Salerno.

Nel 1997, il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni diventa Riserva della Biosfera MAB dell’UNESCO. Nel 1998, l’UNESCO inserisce i siti monumentali di Paestum, Velia e la Certosa di Padula nella lista del patrimonio dell’umanità ed infine, nel 2010, diviene Geoparco della rete europea e mondiale.

L’Ente, fin dalla sua nascita, ha scelto come logo la Primula di Palinuro, un raro endemismo vegetale che cresce sulle falesie delle coste cilentane, a sud di Palinuro.

Le tracce della storia

La natura carsica delle terre cilentane e la conseguente ricchezza di grotte ha senza dubbio favorito la presenza dell’Uomo che in esse si è rifugiato e ha trovato riparo.  I più antichi segni della presenza antropica risalgono al Paleolitico medio (500.000 mila anni a.C.) e le sue tracce continuano attraverso il Neolitico e fino all’Età dei Metalli

La presenza dell’uomo primitivo è ancora oggi tangibile attraverso la presenza dei suoi “strumenti“, disseminati sia lungo le grotte costiere tra Palinuro e Scario, sia in quelle interne dislocate lungo gli antichi percorsi di crinale dei massicci montuosi, come nelle Grotte di Castelcivita, sia nella zona del Vallo di Diano, come nelle Grotte di Pertosa ed Auletta.

 

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Nell’Età del Bronzo l’intera organizzazione territoriale appare già definita: si evidenziano le direttrici delle transumanze e dei traffici, lungo i percorsi di crinale, dal Tirreno allo Ionio e viceversa, ove sorgono luoghi di culto, altari sacrificali e sculture rupestri come l’Antece dei Monti Alburni

Ed è l’antico Cilento il protagonista della mediazione tra l’Asia e l’Africa, tra le culture nuragiche e quelle egee, tra il mondo nordico «villanoviano» e gli Enotri, i Lucani.

 Ed è l’avvento dell’Uomo moderno, l’inizio della grande avventura della Civiltà, l’avvio della poliedrica Cultura del Mediterraneo. E forse sulle antiche rotte dell’ossidiana, o alla ricerca di rame, i primi Greci approdarono sulle coste del Cilento (intorno al XVII secolo a.C.) dove più tardi (fine VII-VI secolo a.C.) nacquero le città coloniali: Pixunte, Molpa e l’antica Poseidonia (la romana Paestum), fondata dagli Achei sibariti che qui giunsero, con i popoli appenninici, non dal mare ma attraverso i ben noti, più sicuri e più rapidi percorsi di crinale.  Mentre il mare portò i Focei, originari dell’Asia minore, fondatori di Elea (oggi Velia), la città della Porta Rosa, di Parmenide e della sua Scuola Filosofica Eleatica, una delle più importanti e famose del mondo classico, e della prima Scuola Medica.

La Storia

Ed è attraverso questi antichi sentieri che prese probabilmente avvio la grande avventura delle prime comunità che, senza soluzioni di continuità e per migliaia di anni, stabilirono contatti e intrecciarono scambi e relazioni con i Popoli del mare e con quelli dell’Appennino. Le testimonianze, nella comunanza di forme degli oggetti locali con quelli delle antiche culture delle Lipari, del Tavoliere, di Serra d’Alto, sono nei corredi funerari della locale Cultura del Gaudo.

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Temple of Hera at famous Paestum Archaeological UNESCO World Heritage Site, which contains some of the most well-preserved ancient Greek temples in the world, Province of Salerno, Campania, Italy

Poi, a partire dal IV secolo a.C., Lucani, Romani e Cristiani d’oriente intrecciarono traffici ed alleanze, avviarono conflitti e guerre, occuparono e rifondarono città, trasformando il Cilento in un crogiuolo, dove si fondono e si mescolano popoli e culture. Con la caduta dell’Impero di Occidente intorno al VI secolo d.C. iniziò, anche per il Cilento, il lungo periodo delle dominazioni barbariche: i Visigoti di Alarico, la guerra gotica tra Totila e Belisario, il diffondersi del Monachesimo Basiliano, l’imposizione feudale dei Longobardi, i continui attacchi e scorrerie dei Saraceni. Ed ancora una volta ci fu l’incontro tra civiltà diverse, nacquero abbazie e cenobi in cui coesisterono il rito greco e quello latino, lasciandoci splendidi gioielli come la Badia di Pattano con la Cappella di S.Filadelfo e gli affreschi della Cappella Basiliana a Lentiscosa.

E poi, nel 1076, la conquista dei Normanni, che trasformarono il Cilento in terra di Baroni, latifondi e sfruttamenti. Per gli anni a venire i Sanseverino, gli Svevi, gli Angioini, combatterono, congiurarono, e le loro tirannie sovente innescarono rivolte; l’intero territorio fu smembrato tra nobili senza scrupoli che, tra il XVI ed il XVII secolo, scrissero una delle pagine più tristi e crudeli di questa terra, contribuendo anche alla nascita del Brigantaggio. E qui la Storia diventa leggenda, ballata di eroi, epopea di un Popolo orgoglioso e stanco di continue violenze e angherie. E finalmente, dopo il sacrificio dei trecento e dell’ennesimo martire immolato in terra cilentana nei pressi di Sanza (Cippo di Pisacane), le Genti del Cilento e Vallo di Diano riconquistarono l’agognata giustizia e libertà.

Ultimo aggiornamento

27 Marzo 2023, 01:03