Il Parco del Cilento Vallo di Diano e Alburni è uno dei Geoparchi dell’Unesco della rete Global Geopark che conta 169 geoparchi in tutto il mondo.
Quello del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni è un territorio dalle molteplici sfaccettature, dove la natura si esprime in tutte le sue forme, dal mare alle montagne.
Le dolci colline ricoperte di ulivi secolari si contrappongono alle aspre montagne calcaree, creando un paesaggio unico e suggestivo.
Sul lato costiero, il Flysch del Cilento caratterizza il paesaggio con le sue rocce stratificate e colorate, come si può notare nella località delle Ripe Rosse o nel terrazzo marino di Punta Licosa.
Qui, la vegetazione è caratterizzata dalla macchia mediterranea e dalle dolci colline che degradano verso il mare.
Mentre ci si inoltra nell’entroterra, ci si trova immersi in un paesaggio completamente diverso, quello delle rocce calcaree. Qui, il paesaggio è modellato dalle forme carsiche e dalle grandi forre scavate dai torrenti che attraversano il territorio. La vegetazione è più scarsa a causa della “povertà” dei terreni, ma dove le condizioni lo permettono, si possono trovare boschi mediterranei, faggeti e prati a lavanda.
Il territorio del Geoparco è stato individuato sulla base di una metodologia che ha tenuto conto della sua valenza geologica e di geodiversità. Il Piano del Paesaggio, strumento di gestione del territorio, ha permesso di definire porzioni di territorio omogenee dal punto di vista litologico, geomorfologico, stratigrafico e idrografico, correlate con importanti elementi strutturali. In questo modo, è stato possibile selezionare e censire i geositi e gli ambiti di paesaggio più significativi e rappresentativi del territorio.
Una delle caratteristiche più affascinanti di questo territorio sono le forme carsiche, come i solchi dei campi carreggiati, le doline, gli ighiottitoi e le grotte. Molte di queste grotte sono ancora inesplorate, come la grotta dell’Auso presso S. Angelo a Fasanella o la grotta di Castelcivita, che si estende per quasi 5 km.
Le Grotte di Pertosa-Auletta sono costituite da tre rami pressoché paralleli di cui quello più settentrionale ospita il percorso turistico, mentre gli altri due, il mediano e quello più meridionale, costituiscono i settori ipogei più marcatamente speleologici.
Il ramo più meridionale, denominato Ramo della sorgente, è attraversato per tutto il suo sviluppo da un corso d’acqua perenne, il fiume Negro, che riemerge in superficie dall’ingresso della grotta. Qui una diga di sbarramento delle acque, eretta per lo sfruttamento del torrente a fini idroelettrici, ha fatto sì che il suo livello si innalzasse a tal punto da richiedere l’utilizzo di imbarcazioni per accedere alla cavità più interna.
Anche il fiume Bussentoha prodotto forme carsiche di grande impatto, come il suo lungo corso sotterraneo nel tratto Caselle in Pittari-Morigerati, mentre le gole profonde del fiume Mingardo nel tratto di attraversamento del Monte Bulgheria sono un altro esempio di fenomeni carsici di grande bellezza.